Colf e badanti vs Covid-19: FAQ San Martino

Colf e badanti vs Covid-19: FAQ San Martino

Cosa posso fare se la Colf (o la Badante) non sta lavorando?

 Per rispondere bisogna distinguere due casi:

  • Il primo, in cui colf o badanti non vogliano presentarsi al lavoro per evitare dei contatti diretti con altre persone.
  • Il secondo, l’esatto contrario: che sia la famiglia ad avere paura di un possibile contagio dal collaboratore domestico, magari appena rientrato da una zona a rischio, e pertanto esoneri il collaboratore dal venire al lavoro.

Nel primo caso, in cui il datore non avverte una situazione di rischio ma la colf (o la badante) decide di assentarsi comunque dal lavoro per paura, è possibile per lei ricorrere al godimento delle ferie o alla richiesta di un periodo di aspettativa non retribuita. Sarà discrezione del datore concedere tali permessi o diversamente, in caso estremo, procedere al licenziamento del dipendente.

Nel secondo caso invece, il datore di lavoro può avvalersi della sospensione di lavoro extra-feriale, disciplinata dal contratto nazionale di categoria (art. 19). L’accordo sindacale, infatti, stabilisce che per esigenze del datore di lavoro si può decidere una sospensione del lavoro per un determinato periodo di tempo, fermo restando il pagamento della retribuzione. Per il collaboratore domestico si presenta come un periodo di astensione dal lavoro pagato dalla famiglia senza alcuno scarico delle ferie maturate.

 

Nel caso in cui sia il datore a prendere la decisione, posso obbligare la mia Colf a prendere le ferie in questo periodo?

Posso proporle di utilizzare le ferie, eventualmente anche anticipando ferie non ancora maturate, ma non posso collocarla in ferie d’autorità senza il suo consenso.

 

Se la situazione attuale si dovesse protrarre a lungo, posso licenziare la badante che pure sarebbe disponibile a venire a lavorare?

La rescissione del rapporto di lavoro domestico è sempre possibile, con il pagamento di quanto previsto dal contratto (preavviso, TFR, eventuali ferie non godute). Tuttavia è possibile che se la situazione di blocco dovesse protrarsi a lungo il governo intervenga con ulteriori misure a sostegno dell’occupazione, per cui sarebbe opportuno attendere se possibile prima di arrivare a questa decisione.

 

Esiste una Cassa Integrazione per le badanti

No. Il decreto emesso dal governo per far fronte all’emergenza Covid 19 esclude esplicitamente il lavoro domestico dalla possibilità di accedere alla Cassa Integrazione, anche quella in Deroga. Nel caso però una Colf o Badante perda il lavoro, può sempre accedere alla NASPI (indennità di disoccupazione). Inoltre il termine per la presentazione della richiesta di accesso alla Naspi è stata prorogato anche per i lavoratori domestici. Dal termine ordinario di 68 giorni decorrente dalla data di cessazione involontaria del rapporto di lavoro, si passa, infatti, a 128 giorni.

 

La mia Colf/Badante ha diritto al premio di € 100?

Anche colf, badanti e baby sitter che hanno continuato a lavorare nel mese di marzo dovrebbero avere diritto al Premio da 100 euro, eventualmente da richiedere con la presentazione della dichiarazione dei redditi. Pertanto al momento il datore di lavoro non deve fare niente in quanto non opera come sostituto di imposta per il lavoratore. La situazione, però, non è del tutto chiara e si dovrà attendere che il Ministero chiarisca il meccanismo. In ogni caso l’onere di questa misura non dovrebbe essere a carico del datore di lavoro.

 

La Colf/Badante deve usare la mascherina?

Su questo punto è necessario seguire le disposizioni che verranno emanate dalle autorità. San Martino ha acquistato un certo numero di mascherine in caso di necessità. Sarà possibile ottenerne una non appena gli uffici saranno riaperti e le condizioni lo consentiranno.

Come e quando pagare i contributi Colf e Badanti

Come e quando pagare i contributi Colf e Badanti

Da quest’anno il versamento dei contributi per i lavoratori domestici avverrà mediante avviso di pagamento PagoPA, in sostituzione del precedente bollettino MAV, secondo quanto disposto dal Codice dell’amministrazione digitale (articolo 5, decreto legislativo 82/2005).

PagoPA è un sistema di pagamenti elettronici realizzato per uniformare tutti i pagamenti verso la pubblica amministrazione.

datori di lavoro possono quindi effettuare il pagamento dei contributi:

  • online, tramite il portale dei pagamenti;
  • con avviso di pagamento pagoPA presso i canali dei Prestatori di Servizio di Pagamento (PSP) aderenti:
    • agenzie della banca;
    • uffici postali;
    • home banking dei PSP;
    • sportelli ATM abilitati delle banche;
    • punti vendita SISAL, Lottomatica e Banca 5;
  • con avviso di pagamento pagoPA, presso i canali dei PSP che non hanno aderito direttamente alla convenzione pagoPA, tramite il circuito CBILL, utilizzando il codice interbancario AAQV6 assegnato a INPS.

N.B.: il decreto Cura Italia del 16 marzo 2020 dedica un articolo specifico (art. 37) ai contributi ai lavoratori domestici. Per quelli in scadenza nel periodo tra il 23 febbraio ed il 31 maggio 2020 è disposta una proroga fino al 10 giugno 2020. Dunque, il rinvio riguarda, nello specifico, questa prima rata dei contributi dovuti dai datori di lavoro di colf, badanti e collaboratori domestici, il cui termine ordinario è fissato al 10 aprile.

Dove trovo il Codice Univoco di pagamento? vedi qui

Coronavirus e lavoro domestico: come comportarsi?

Coronavirus e lavoro domestico: come comportarsi?

Visto l’evolversi dell’attuale situazione relativa al diffondersi del coronavirus e le nuove disposizioni in vigore, precisiamo quanto segue.

A norma dell’art. 27 del CCNL Domestici, la famiglia è responsabile dell’ambiente in cui lavora una colf o una badante. Dunque, con l’emergenza coronavirus in corso, ora è anche obbligata ad informare il collaboratore domestico sui rischi che si corrono.

Se da una parte prolifera lo smart-working, per i lavoratori domestici questa opzione non esiste: non è possibile pulire una stanza o accudire un anziano via Internet.
In tale situazione di emergenza si pongono soprattutto due problemi. Il primo, che colf o badanti non vogliano presentarsi al lavoro per evitare dei contatti diretti con altre persone. Il secondo, l’esatto contrario: è  la famiglia ad avere paura di un possibile contagio dal collaboratore domestico, magari appena rientrato da una zona a rischio. Tale situazione è ancor più pesante se la badante deve assistere una persona anziana e malata, quindi più soggetta al contagio.

Cosa si deve o cosa si può fare con colf e badanti in questa situazione?

Sospensione di lavoro extra feriale

Il datore di lavoro può avvalersi della sospensione di lavoro extra feriale, disciplinata dal contratto nazionale di categoria (art. 19). L’accordo sindacale, infatti, stabilisce che per esigenze del datore di lavoro si può decidere una sospensione del lavoro per un determinato periodo di tempo, fermo restando il pagamento della retribuzione. Tale sospensione, ad esempio, potrebbe avere la classica durata della quarantena di due settimane. Per il collaboratore domestico si presenta come un periodo di astensione dal lavoro pagato dalla famiglia senza alcuno scarico delle ferie maturate.

Ferie/aspettativa

Nel caso in cui, invece, il datore non avverte una situazione di rischio ma la colf (o la badante) decide di assentarsi comunque dal lavoro per paura, è possibile per lei ricorrere al godimento delle ferie o alla richiesta di un periodo di aspettativa non retribuita. Sarà discrezione del datore concedere tali permessi o diversamente, in caso estremo, procedere al licenziamento del dipendente.

Da ieri (9 Marzo 2020) è onere dei soggetti interessati (in questo caso colf e badanti) dimostrare la sussistenza delle situazioni eccezionali che li legittimano ad entrare, uscire e muoversi all’interno delle aree “a contenimento rafforzato”. La direttiva emanata dal Ministro precisa che, al fine di assolvere a tale onere, i soggetti potranno presentare o compilare al momento dei controlli, un’autodichiarazione ai sensi degli artt. 46 e 47 del DPR 28 dicembre 2000, n. 445.

La firma della lettera di assunzione

La firma della lettera di assunzione

Abbiamo dedicato i nostri primi interventi a quella che sembra la parte più difficile nella scelta della nuova badante, vale a dire al momento della selezione e alla scelta del candidato/a  tra la rosa presentataci.

A questo punto il più sembra fatto: il vero problema era non sbagliare la scelta. Una volta individuato il candidato giusto, si tratta semplicemente di svolgere le pratiche burocratiche. Firmare una lettera standard non sembra niente di particolarmente significativo, tanto è tutto regolato dal contratto collettivo…

In realtà, il momento in cui si firma la lettera di assunzione è particolarmente importante. Può infatti rappresentare un elemento fondamentale per iniziare in modo costruttivo la collaborazione ed evitare fin da subito possibili problemi.

È importante in altre parole far sì che il momento della firma sia vissuto come il momento in cui vengono presi gli accordi sugli aspetti più rilevanti del nascente rapporto di lavoro. Di questo infatti si tratta: di un rapporto tra un datore di lavoro e un dipendente, al di là degli ovvi aspetti emotivi che accogliere una persona in casa comporta.

Per questo è bene prestare attenzione in particolare ad alcuni aspetti:

Chiarire le reciproche aspettative

Il momento della firma del contratto è il momento in cui riassumere nel modo più semplice e chiaro possibile che cosa il datore di lavoro si aspetta dalla badante. Orari e pause sono in parte definiti dal contratto, ma se esistono esigenze particolari, questo è il momento di ribadirle.

I compiti della badante sono definiti genericamente dal contratto e dalla comune esperienza, e a questi è comunque bene fare riferimento. Vale tuttavia sempre la pena soffermarsi su qualche dettaglio. Appare utile ad esempio definire se ci si aspetta che l’assistito venga aiutato a uscire di casa, con quale frequenza e a quali condizioni.

Altri aspetti rilevanti possono riguardare ad esempio: il budget per le spese, chi chiamare in caso di emergenza, chi tiene i rapporti con il medico, etc…

È sicuramente vero che non si può prevedere tutto, ma quanta più attenzione avremo dedicato a questi aspetti, tanto più si ridurrà la possibilità di equivoci in futuro. Non è necessario scrivere tutto nella lettera, ma quel che conta è chiarirsi per bene su ciò che nella lettera non compare.

Un contratto fra due parti

Nel momento in cui si affidano i nostri cari alle cure di una nuova persona questo aspetto può apparire secondario. Siamo infatti preoccupati innanzitutto di come funzionerà la relazione tra la nuova persona e l’assistito.

Tuttavia, è bene non dimenticare che quello che si sta instaurando è un rapporto di lavoro, regolato da un sistema di diritti e doveri. Essendo quindi un contratto tra due parti, sarà utile cogliere l’occasione della firma per verificare che anche alla badante siano chiari i ruoli e le responsabilità.

Molto importante sarà lasciare lo spazio opportuno alla badante per esprimersi, evidenziare eventuali criticità, punti non chiari, eventuali dubbi che non siano ancora emersi nei colloqui precedenti. Come dicono gli inglesi: “meglio diventare rossi adesso, che bianchi dopo”. In altre parole: se c’è qualcosa da chiarire, meglio che emerga ora che più avanti durante il rapporto di lavoro.

Il periodo di prova

Il periodo di prova previsto dal contratto è di soli 8 giorni. A molti appare un periodo di tempo troppo breve per poter valutare una persona, e questo fa sì che in alcuni casi si preferirebbe “provare” la badante prima di formalizzare il contratto.

È bene dire che questa soluzione, oltre che non legale, è anche molto rischiosa, non offrendo alle parti la dovuta copertura assicurativa. La ragione per cui il periodo di prova è così breve risiede nel fatto che il rapporto di lavoro domestico è particolarmente flessibile. Può infatti essere risolto anche senza giustificazione con il solo periodo di preavviso.

Va comunque detto che se la fase di selezione e preparazione è stata condotta con attenzione, un periodo di 8 giorni può essere sufficiente.

La busta paga e le condizioni contrattuali

Il momento della firma della lettera di assunzione è anche l’occasione naturale per chiarire tutti i più importanti aspetti contrattuali e, in particolare, la retribuzione.

Pur trattandosi di un contratto relativamente semplice, non sempre la badante è in grado di leggere correttamente la busta paga. Aspetti come l’indennità di vitto e alloggio o la maturazione delle ferie, possono essere occasione di fraintendimenti.

San Martino offre un’assistenza professionale sia alla famiglia che alla badante, arricchita da una esperienza pluriennale.  Affianchiamo la famiglia, quando richiesto, anche al momento della firma del contratto, contribuendo a chiarire i punti più complessi.